I social sono un formidabile strumento per essere informati del mondo, della politica, dei nostri cari. Bello essere informati, bello poter avere la possibilità di poter esprimere la propria opinione.
Spesso però la propria opinione è un’opinione contro a prescindere. Non interessa infatti discutere dell’idea ma farsi notare.
Il trolling è ormai talmente diffuso che si distingue meglio chi approva l’idea e la supporta tanto da essere quasi sempre anch’egli oggetto di strali digitali.
Appena sotto il gradino del “comunque contro” c’è il livello “Io lo farei meglio”.
Persone spesso senza nessuna competenza se non quella data da Google o da una trasmissione TV entrano nella discussione con supponenza digitale sindacando e indicando agli altri i loro errori con la fatidica frase senza però tradurla in un pensiero corretto. Talvolta abbozzano pensieri che definire imbarazzanti è riduttivo.
Altro atteggiamento per me urticante è il non apprezzare contenuti validi perché prodotti da persone sgradite. Seguo parecchie persone che non amo o addirittura quasi detesto perché ritengo utile avere riferimenti distanti dai propri per mantenere allenato lo spirito critico.
E trovo davvero triste, quando un’idea viene messa in pratica da persone sgradite, rilevare il comune e pietoso silenzio per il solo motivo di non volerne riconoscere il merito.
Eppure per emergere basta poco: essere se stessi e se non si è all’altezza non è sufficiente fingere. Bisogna serenamente prenderne atto.
Perché i social network hanno un potere formidabile: gli scemi appaiono scemi anche nascosti dietro un avatar.